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Referendum 2025..SI, ancora!

La condizione sociale dei lavoratori in questi decenni è fortemente peggiorata a causa di una legislazione del lavoro che ne ha fortemente limitato i diritti, dalla “riforma” delle pensioni al “Jobs Act” del governo Renzi, alle leggi sulla cittadinanza che obbligano alla schiavitù i lavoratori immigrati, a tutto vantaggio delle imprese e del padronato.

Le morti sul lavoro, centinaia di omicidi all’anno, paghe da miseria, nessun diritto contributivo, fortemente limitati i diritti alla rappresentanza dei lavoratori, l’ostracismo di questo governo, e di quelli precedenti, alle richieste sindacali per arrivare a contratti che siano in grado di recuperare gli aumenti determinati dal tasso di inflazione reale hanno portato i lavoratori ad essere poco più che merci tra le merci, il loro valore si misura nei livelli che l’atomizzazione sociale ha prodotto.

Se questo andazzo va avanti da decenni, questo governo irride e ridicolizza qualunque controparte sindacale che non si presti a glorificare il nuovo corso corporativo da propagare a reti unificate, attacca pesantemente il diritto di sciopero, già fortemente ridotto, considera tossica la normale dialettica di classe, per quanto ridotta e residuale,nonostante gli sforzi, si riesca ad esprimere.

La riduzione a 5 anni del requisito di residenza per accedere alla cittadinanza è un chiara, per quanto moderata, richiesta di invertire la tendenza di leggi liberticide e razziste che ci portiamo dietro anch’esse da decenni, ma in un clima avvelenato di razzismo e intolleranza assume un valore simbolico importante.

In un sistema di informazione sempre più a reti unificate e imbavagliate, nel monopolio dell’informazione tra guerra e bugie, con il silenzio complice anche di alcuni settori sindacali, questi referendum rappresentano una possibilità di fare tornare protagonisti gli uomini e le donne che questo paese lo mandano avanti. Permettono di dire con voce chiara che i diritti vanno ripristinati e difesi. Condizione necessaria per poter anche solo pensare di tornare ad ampliarli.

L’8-9 giugno si configura un importante momento di lotta, una tappa essenziale per (ri)costruire una nuova solidarietà tra i lavoratori e le lavoratrici che rivendicano diritti e salario, per creare connessioni e intersezioni tra soggetti e generazioni, con una chiara valenza antifascista e antirazzista, come si è evidenziato spesso nei comitati referendari che hanno lavorato nei territori in questi mesi.

Per questo invitiamo tutti e tutte a votare 5 sì ai quesiti referendari, nel silenzio dei media e contro le posizioni della reazione politica e sociale per continuare a riaffermare la nostra tensione e il nostro diritto alla libertà e alla giustizia sociale.

Coordinamento Comunista Anarchico “Salamandre”